La Giustizia civile torna a colmare il vuoto di tutela lasciato aperto dal legislatore, anche dopo il monito che la Corte costituzionale ha lanciato con la sentenza n. 32 del 2021, con la quale il Giudice delle leggi ha auspicato una rapida introduzione di una disciplina organica che tuteli i figli nati all’interno di coppie omosessuali, anzitutto con il riconoscimento del diritto dei minori alla bigenitorialità.
Il Tribunale civile di Milano (link), con decreto del 26 ottobre 2021, ha recentemente condannato il Comune meneghino ad iscrivere un bambino nei registri di stato civile come figlio di due padri.
Nel giudizio di costituzionalità appena menzionato, la Consulta, pur ritenendo di non potersi ingerire nella materia con un intervento puntuale che avrebbe rischiato di generare ancora più disarmonie nel sistema normativo attuale, aveva richiesto al legislatore di “colmare al più presto il denunciato vuoto di tutela, a fronte di incomprimibili diritti dei minori”. Diritti che sono ancora compressi, dopo un anno, e che i giudici ordinari si trovano quotidianamente a dover trattare, nel silenzio del Legislatore.
Nel frattempo che la politica si organizza, sono i giudici i protagonisti dei casi, con un inevitabile sacrificio, però, della certezza del diritto e con una diversità di interpretazione di cui fanno le spese i bambini e i loro genitori.
I giudici milanesi, conclamando il disagio in cui si trovano ad operare i tribunali su alcuni temi delicati per la società civile, specialmente in materia di diritto di famiglia, hanno affermato che la tutela dei minori non può essere sospesa a tempo indeterminato, nell’attesa che il legislatore vari una normativa adeguata, per non creare inopportune disuguaglianze tra bambini a seconda dell’orientamento sessuale dei genitori. Dalla prospettiva dei minori, infatti, non può più essere ritenuto costituzionalmente legittimo e non discriminatorio diversificare l’assetto dei diritti dei minori in ragione dell’orientamento sessuale dei genitori.
Usando le parole dei giudici costituzionali, non è più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa, tanto è grave il vuoto di tutela del preminente interesse del minore alla bigenitorialità.
Conseguentemente, il legislatore dovrebbe intervenire e prendere atto dell’esigenze di fornire tutela ai più deboli, i bambini, invece che giudicare le condotte sessuali dei loro genitori.