November 15, 2021

Ispirazioni per gli appalti pubblici dal Regno Unito

by Studio Valaguzza in Approfondimenti

Il National Procurement Policy Statement è una Dichiarazione che è stata emanata dal Governo del Regno Unito, nel giugno 2021, allo scopo di implementare il regime normativo degli appalti pubblici, migliorandolo in attuazione delle riforme disposte dal Green Paper on Trasforming Public Procurement.

L’esigenza di elaborare questo documento è sorta principalmente in ragione di un dato: con circa 290 miliardi di sterline l’anno, il settore degli appalti pubblici rappresenta più o meno un terzo di tutta la spesa pubblica del Regno Unito. Ne discende che l’enorme potere di questa spesa deve supportare la realizzazione delle priorità del pubblico settore, tra cui si annoverano lo sviluppo economico, soprattutto in seguito all’emergenza sanitaria da Covid -19, e il sostegno alla transizione ecologica verso l’emissione di una quota zero di carbonio.

Nello specifico, il Governo ha individuato priorità nazionali, oltre che locali, che sono riassumibili in tre punti:

  1. implementare i valori sociali nel contesto delle attività di procurement, e dunque stimolare la nascita di nuove attività imprenditoriali; affrontare il cambiamento climatico; garantire una maggiore inclusività nei confronti dei soggetti appaltatori, specie con riferimento alle PMI;
  2. individuare criteri atti a gestire le fasi chiave delle procedure di procurement;
  3. verificare di disporre di competenze e risorse necessarie ad assicurare un’adeguata gestione delle procedure di procurement.

 

Al contempo, il Governo ha stilato una serie di suggerimenti a cui dovrebbero dar seguito le Amministrazioni aggiudicatrici al fine di realizzare gli obiettivi sopraelencati.

Per esempio, si invitano le Amministrazioni aggiudicatrici a premiare il rispetto di specifici parametri sociali che, peraltro, occorre includere tra i criteri di aggiudicazione.

A seguire, sono state individuate delle linee guida apposite per regolare le procedure di gara. Rilevano principalmente: la pubblicazione della programmazione degli appalti, il controllo inerente la corretta allocazione dei rischi, l’individuazione di indicatori chiave di performance.

In aggiunta, il documento intende incentivare la collaborazione tra le Amministrazioni e i soggetti aggiudicatari al fine di mitigare gli attuali rischi di sfruttamento dei lavoratori nel corso dell’esecuzione dei contratti. Inoltre, la collaborazione viene più volte richiamata in quanto si ritiene che renda possibile l’utilizzo più efficiente delle risorse, e dunque il conseguimento di risparmi e benefici maggiori in favore della comunità.

Da ultimo, con riferimento al terzo ordine di priorità, il documento suggerisce alle Amministrazioni aggiudicatrici di adottare modelli che consentano di verificare la concreta capacità ed idoneità ad assicurare che il denaro pubblico sia speso con modalità che garantiscono l’efficienza economica. Posto che detta idoneità varia a seconda della scala di complessità del portfolio di appalti di ciascuna Amministrazione, ove si riscontrino delle lacune, occorre pianificare immediatamente come integrarle: se attraverso la collaborazione con altre Amministrazioni aggiudicatrici o, in alternativa, ricorrendo alle centrali di committenza.

Il documento inglese rappresenta un interessante esempio, utile per questa fase creativa che riguarda anche il procurement del nostro Paese.